domenica 15 novembre 2015

Centoventinove tagli nell'anima

Sono due giorni che il mio pensieri si è fermato.
Due giorni in cui la mia vita, in un modo o nell'altro, è cambiata.
"Stragi del genere accadono ogni giorno nel mondo, sei un'ipocrita se ti addolori solo per Parigi"; questo, in parte può essere vero. Ed essere cosciente di tutto ciò, non fa che aumentare il dolore che in queste ultime ore mi sta lacerando dentro.
Mi dà fastidio persino aprire la bacheca di Facebook. Mi fa rabbia leggere le solite cose, vedere i soliti accaparratori di "mi piace" sparare sentenze qualunquiste e pieni di odio ed acredine, pensando che l'irrazionalità e l'orrore vadano ripagate con la medesima moneta.
Non ho nessunissima voglia di essere l'ennesima persona a dover specificare che essere di fede musulmana non significa essere terrorista, così come sono stufata e nauseata all'idea di ribadire per la centesima volta che è inconcepibile solamente il pensare che centinaia di migliaia di persone attraversino mari e deserti, sfidando a viso aperto la morte, per andare a delinquere e a sottomettere l'Europa.
Voi che vi improvvisate politici dell'ultima ora ed esperti di geopolitica, suscitate in me un senso di disgusto che neanche immaginate; lo stesso discorso vale per chi cita la Fallaci senza aver mai letto una delle sue opere e per coloro che non mettono piede in uno dei nostri musei neanche a peso d'oro o che sono contro l'ora di religione nelle scuole ma che sul web soddisfano e nutrono il proprio (insulso) ego scrivendo con odio " Il crocifisso non si tocca, questa è la mia cultura, tornate a casa vostra".
Ma lo capite che, in un mondo dilaniato dalla guerra, "casa vostra" non esiste? Lo volete capire che per gli interessi di quella ingorda e grassa scrofa dell'Europa colonialista, miliardi di persone ne pagano ancora il prezzo a distanza di decenni, ma che dico, secoli?
È stata l'emarginazione che ha portato tre ragazzi ha commettere la strage di "Charlie Hebdo". Cittadini francesi, europei, rimasti ai margini della LORO società, della società a cui apparteniamo tutti noi che adesso mi state leggendo.
L'odio e la segregazione feriscono gli animi e rendono le menti più deboli, più malleabili; ha il potere di renderle più predisposte ad essere piegate e schiavizzate da potenti che promettono ricchezze, potere, gloria, onori. Ma sono menzogne, vili ed inutili menzogne che si rivestono di ideali alti, che strumentalizzano e trattano Dio come un mero oggetto per i propri turpi e schifosissimi scopi.
Il terrorismo vuole questo, vuole manipolare le nostre menti e generare disprezzo reciproco per dividerci, per piegarci. "Divide et impera".
Se siamo tutti uniti, loro hanno già perso; se domani scendiamo in strada e diamo la mano a tutti indistintamente, senza interrogarci sul nome del loro Dio, siamo già a metà strada per la vittoria.
Vi prego, siate umani, non cedete ai bruti che vi spingono all'odio dall'alto delle loro prestigiose cariche; solo così potremmo rispettare la memoria di tutte e 129 vite spezzate, solo così annienteremo ciò che ci minaccia.
Altrimenti deponete le armi.
Abbiamo già perso.

"Ricordate nel Vangelo di S. Luca è scritto: "Il Regno di Dio è nel cuore dell'uomo". Non di un solo uomo o di un gruppo di uomini, ma di tutti gli uomini. Voi! Voi, il popolo, avete la forza di creare le macchine, la forza di creare la felicità. Voi, il popolo, avete la forza di fare che la vita sia bella e libera; di fare di questa vita una splendida avventura."
Charlie Chaplin, "Il Grande Dittatore".




lunedì 15 settembre 2014

A.A.A. Cercasi Elollip (non urgentemente)

Allora miei carissimi venticinque lettori, sono viva e, ad estate finita, ritorno a riscrivere e a farvi spettatori di quello che frulla nella mia testolina, al cui interno vi è una perenne lotta tra raziocino ed estrogeni.
Come già detto, siamo alla fine della bella stagione; oggi sono iniziate le scuole e anche io, tra esattamente una settimana, mi ritroverò nuovamente sui banchi, per iniziare l'ultimo anno della triennale: esami,tirocinio e tesi... LA GIOIA! Però voglio godermi questi ultimi istanti di vacanza che mi rimangono, prima di essere sommersa non solo dal mio stress (fedele compagno di vita) ma anche da quello dei miei genitori. Ebbene si, avete capito bene. Ma perchè, vi chiederete, riesco a farmi influenzare dallo stress del focolare? Ve lo riassumo in poche semplici parole, a cui non credo di doverne aggiungere delle altre: maestra elementare & ex docente universitario, il che rende la mia mammina una domatrice di iene idrofobe mancata.

Ma, anzichè ammorbarvi con i miei patemi d'animo, preferisco farlo rendendovi partecipi di quei pensieri che, volente o nolente, affollano la mia mente in questo periodo dell'anno.
Settembre è il mese dei grandi conti, dei grandi bivi. Torniamo dalle vacanze, ci riadattiamo alla vita di sempre e questo ritorno è sempre un misto tra nostalgia, rimpianti e sollievo. E anche di ripromesse per l'anno a venire che si aggiungono alla montagna di quelle già presenti "Inizierò la dieta" "Quest'anno studio sin dall'inizio" "Sarò io a farmi cercare" et similia. Tutte cose che ci programmiamo perchè crederemo che ci renderanno felici. Bhè io credo nella felicità, ma credo anche che certe volte la vita, in questo senso, si comporti proprio come una stronza (lor signori mi permetteranno il francesismo), perchè certe volte ci mette di fronte ad una piccola parvenza di felicità, per poi togliercela subito, salvo che non si inizi una lunghissima staffetta per raggiungerla di nuovo e, forse, finalmente. 

Vorrei chiudere questo mio pout-pourri mentale con una piccola riflessione a tal proposito, chiamata per l'appunto "Maledetta felicità"

La felicità è piacevolmente dolorosa, rende conto delle mancanze
e, altrettanto, è la quotidianità.
E se fossimo nel posto giusto nel momento sbagliato?
O fosse invece che è proprio questo il momento,
Ma dati i luoghi, non lo si può?
E dopo... E dopo?
La risposta già è, si, 
ma troppo lontana.

A presto ragazzi, sarei molto felice di sentire le vostro opinioni e commenti al riguardo! Prometto di rifarmi viva presto!!
La vostra Zia

P.s. Eccovi i momenti più belli della mia Estate. Grazie a tutti quelli che l'hanno resa speciale :)


martedì 20 maggio 2014

Afterbook: l'amore felice respira lentamente.

Qualche giorno fa ho terminato, quasi tutto d'un fiato, "Che ci importa del mondo", il romanzo di esordio di Selvaggia Lucarelli: blogger, opinionista, conduttrice radiofonica e scrittrice.
In questo post non voglio parlarvi del libro in sè e per sè, quanto di quello che per me ha significato leggerlo.
Sono stati pochi i libri su cui mi sono gettata con tale foga ed entusiasmo, avendo momentaneamente rimosso l'angoscioso pensiero dell'esame di statistica (panicopanicopanicopanicopanico...)

Ho riso, ho pianto e ho pianto dalle risate e tutto ciò durante una barbosissima lezione, sull'autobus accanto ad una vecchietta che mi guardava con uno sguardo di sincera preoccupazione e anche mentre ero sdraiata sulle ginocchia del fidanzato durante la sacrosanta partita della Lazio.

Inoltre ho condiviso con tutti questo mio nuovo amore cartaceo (perchè chiacchierà mi garba non poco) fregandomene allegramente di commenti quali:

"Cioè, no, vabbè ma è come legge Moccia!" (da immaginare detto con un'intonazione mooooolto nasale)
"Non ti credevo così stupida"
"Per favore, leggi qualcosa di maggior rilievo culturale, ecco, prendi questo libro di un poeta serbo cieco morto trentenne e suicida"

In poche parole, di tutti quelli che si sentono molto "hipster" perchè leggono Bukowski o che si sentono i cugini fighi e colti di Eco perchè hanno fatto il liceo classico, ma inneggiano lodi a Tolstoj come genio assoluto solo dopo aver visto il film, senza aver mai letto manco mezza riga di "Anna Karenina".

Non importa se sei in piena pubertà o sulla soglia della menopausa, anzi, non importa neanche la tipologia di cromosomi sessuali che hai in dotazione, questo è un libro il cui sottotesto ti porterà a fare grandi riflessioni sulla tua vita. E non mi riferisco alla semplice dinamica dei rapporti umani, ma a quella del Rapporto per eccellenza: quello con se stessi.

Figa, ironica ed intelligente.
"Selvà sei mejo te!"

Credo che quella della Lucarelli sia una penna onesta, non vuole assolutamente infiocchettare la realtà, ma nel suo cinismo non v'è cattiveria e pessimismo. Niente femminismo da strapazzo, di quello trito e ritrito della donna che non ha bisogno di un uomo perchè sarebbe di intralcio. Anzi, sottolinea come si possa essere indipendenti, bastarsi, ma comunque avere qualcuno al proprio fianco per migliorarsi e scoprirsi sempre di
più.

Amore come punto di inizio, non come punto di arrivo, che per quanto banale può sembrare è difficile trovare un libro che abbia questa lucidità sin dall'inizio. Altrettanto raro è vedere sottolineato come la ragione e il torto non sono unidirezionali, molte volte abbiamo il masochismo dalla nostra.
Ok, l'altro può essere un totale narcisista, imbecille, egoista, vanesio, cafone ecc ecc, ma se tu stai li a dire "sisi" come un disco rotto ad ogni suo capriccio ed inoltre ti senti onorata quando ogni tanto si ricorda della tua esistenza, allora mi spiace, ma la persona che dovresti prendere a calci sei anche tu. E in merito a ciò ci tengo a riportarvi una delle frasi più belle dell'intero libro, una di quelle che, quando la leggi, la prima cosa che ti viene in mente è che la Lucarelli abbia passato gli ultimi cinque anni della tua vita a spiarti e a stalkerarti durante i tuoi vari appuntamenti:

"Una cosa semplice, l'amore. Il resto -ossessioni, ansie, struggimenti- è roba che ha a che fare con l'affanno. E l'amore felice non s'affanna. L'amore felice respira lentamente, a pieni polmoni. Avrei dovuto capirlo, quando mi credevo felice con il fiato corto. "

Possiamo tutte essere Viola, la protagonista (taglia di seno a parte), Orlando,Vasco e Giorgio.
Anzi possiamo anche essere tutte queste cose insieme una volta nella vita.
Sta a noi decidere, ed è questo uno dei messaggi più belli che secondo me ci vuole trasmettere con la tutta la sua ironia e la sua apparente leggereza, che a mio parere, è solo il frutto di un'attenta, ponderata, e magari assai sudata consapevolezza.

Bene, detto questo, io, ahimè, ho una relazione da scrivere per un esame, e siccome ho dovuto cercare un tutorial su YouTube per capire come diavolo si costruiscono i diagrammi a torta su Excel, sarà bene che io muova le mie soavi terga.
Prima di andare vi segnalo la pagina dedicata a tutti quelli che, sottoscritta compresa, si sono fatti la "selfie" con il libro e non giudicatemi, perchè, come recita la pagina stessa, "gli afterbook sono molto meglio degli aftersex".

A presto e ricordatevi: la Zia aspetta le vostre recensioni!




martedì 13 maggio 2014

Chi me lo fa fare?

"Ragazzi ho deciso, apro un blog"
"Ma sei sicura? E di che parlerai? Ti metti a fare la Ferragni de noantri?"
"Ma se non c'ho na lira manco per piangere, che faccio? Il servizio con la Fendi comprata sulla bancarella a Ottaviano?"
"Allora parlerai di cucina!"
"Certo, io, che sarei capace di rompermi l'anca per chiudere il forno con la nonchalanche della Parodi"
"Mica pubblicherai le tue poesie, vero? Ti ricordi che una delle tue prof del liceo disse che usavi parole bellissime per scrivere versi da impiccarsi?"
"Innanzitutto è lei a non capire una mazza in fatto di letteratura, e comunque chi lo sa, potrebbe essere uno dei tanti argomenti papabili"
"Ma insomma. Di che parlerai allora?"

Questa si che è un'ottima domanda.

Anche perché non lo so.
Vorrei parlare un po' di tutto, vuoi perché sono affetta da una rara sindrome logorroica acuta, vuoi per quella sottospecie di feticismo per msn che ha contrassegnato la mia generazione, a me l'idea del blog fomenta un casino.

Magari nessuno mi si filerà perché questo è un blog senza un punto fisso. Ed è questo lo scopo che vorrei questo spazio: non averne nessuno per non farlo diventare arido e monotematico. E poi di blog monotematici ce ne sono fin troppi. E, ad essere sincera, (ecco che arrivano i primi insulti) li trovo parecchio noiosi. Qui invece, siamo come al pub sotto casa: mi piacerebbe uno scambio di idee con chiunque passi di qui, con il vantaggio di non dover aspettare che la birra venga smaltita prima di poter tornare a casa.

Sono una studentessa 20enne di psicologia amante della letteratura e nemica giurata dello stile di massa. Odio i preconcetti per natura.

E dopo questa scarsissima autopresentazione faccio tirare a voi le somme, che, come si suol dire "s'è fatta na certa".

À bientôt!
Elollip